Quando la Vita Ti Chiama (E Tu Rispondi in Bicicletta): Parte 1 🚲

Qualche anno fa, la mia vita era un puzzle incompleto. Uno di quei momenti in cui il cervello sembra un circo: pensieri acrobatici saltano tra questioni esistenziali e idee insensate, con la grazia di un elefante su un filo sospeso. Avevo tempo libero, qualche soldo da parte e un’inquietudine che non lasciava tregua. Cercavo un’avventura. Non una vacanza qualunque, ma qualcosa che scuotesse le fondamenta della mia esistenza.

Le possibilità erano infinite: viaggi in moto? Esplorazioni in terre lontane? Un trekking estremo con tenda e sacco a pelo? Oppure qualcosa di completamente assurdo, tipo attraversare l’Europa su uno skateboard (e, per un minuto, l’idea non sembrava neanche così folle). Ero talmente perso che mi ritrovai in un negozio di sport a contemplare un fornello a gas portatile, come se cucinare al chiaro di luna potesse darmi tutte le risposte.

Poi un’idea mi colpì: semplice, quasi banale. Salire su una bicicletta e pedalare. Nessuna destinazione precisa, nessun piano dettagliato: solo io, la strada e la speranza che il movimento fisico sbloccasse quello mentale.

C’era solo un piccolo problema: non avevo una bicicletta.

La Bicicletta: Un Colpo di Fulmine su Due Ruote

La mia relazione con le biciclette non era nuova, ma nemmeno troppo romantica. A 14 anni commerciavo bici usate, un business improvvisato che mi aveva portato successivamente a motorini, moto e persino auto. Acquistavo mezzi a poco prezzo, li riparavo con amore (e tanta pazienza) e li rivendevo con profitto. Era il mio modo per evitare guai peggiori e, soprattutto, per non pesare sulle tasche di mamma e papà.

Ricordo ancora quando mia madre scoprì che avevo venduto la sua vecchia Fiat Panda. Tornò a casa e trovò un signore entusiasta alla porta, pronto a ritirare la macchina. Lei non fece una piega: si limitò a comprarne una nuova, lanciandomi uno sguardo che mescolava rassegnazione e ammirazione.

Con un passato così, entrare in un negozio di biciclette per comprarne una nuova di zecca sembrava quasi un tradimento. Ma sentivo che era arrivato il momento di ricominciare da zero. Entrai in uno di quei negozietti di provincia che profumano di gomma e grasso, dove il proprietario sembra conoscere ogni bullone delle bici esposte. Dietro al bancone c’era un ragazzo, giovane e sorridente, che in pochi minuti si rivelò una di quelle persone che ti fanno pensare: “Questo sa cosa sta facendo”. Non avrei mai immaginato che sarebbe diventato uno dei miei migliori amici, ma questa è un’altra storia.

Un angolo di passione per le due ruote: strumenti, bici e storie pronte a partire. un antico negozio di biciclette

Un angolo di passione per le due ruote: strumenti, bici e storie pronte a partire.

Dopo una breve chiacchierata, uscì dal negozio con una mountain bike robusta, con qualche graffio che raccontava storie passate. Non era un modello di lusso, ma aveva carattere. Era il tipo di bici che ti promette avventure, e io ero pronto a crederle.

Le Prime Pedalate: La Libertà Nelle Colline Piacentine

Con la mia nuova compagna d’avventura, iniziai a esplorare le colline piacentine. Se non le conosci, immagina un mare verde ondulato, punteggiato da vigneti e piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato. Il fiume Trebbia scorre al centro come un nastro blu che taglia il paesaggio. Pedalare lì è come meditare, con l’unica differenza che puoi farlo mangiando una fetta di coppa e bevendo un bicchiere di Gutturnio.

Un'immagine panoramica delle colline piacentine, con vigneti e borghi caratteristici.

Foto di Brugnello (PC), Val Trebbia, ph. milanolife.it, concessa in licenza CC BY-NC-SA 3.0.

Ogni pedalata era un balsamo per la mente. Pensavo ai giorni passati a marinare la scuola per lavorare nel mio garage, il “buco” che avevo affittato e trasformato in officina e spazio per progetti un po’ fuori dagli schemi con gli amici. Ero un ragazzino con le mani sporche di grasso e la testa piena di sogni. Quella parte di me non era mai scomparsa, ed era grazie a lei che ora mi trovavo su quella bici.

Fu durante una di quelle uscite che l’idea prese forma: fare il Cammino di Santiago in bicicletta. Non un semplice giretto fuori porta, ma un viaggio epico. 900 chilometri di strade, sentieri e montagne, attraverso borghi medievali e campi dorati. Era un sogno ambizioso, ma irresistibile. Non ero allenato, non avevo esperienza, ma poco importava. Le grandi avventure non aspettano che tu sia pronto: ti chiamano e basta.

La Preparazione: Tra Logistica e Follia

Le grandi avventure non aspettano che tu sia pronto: ti chiamano e basta.

Tornai al negozio per equipaggiarmi. Quando raccontai al ragazzo del mio piano, mi guardò come si guarda qualcuno che ha appena deciso di scalare l’Everest in infradito. Dopo un attimo di perplessità, cominciò a elencarmi tutto il necessario:

  • Borse per il telaio.
  • Gomme rinforzate.
  • Kit di riparazione.
  • Luci anteriori e posteriori.
  • Un cuscino speciale per il sellino (se hai mai pedalato per più di due ore, sai che senza di quello ogni discesa diventa una tortura medievale).

Agganciai perfino una cassa musicale al manubrio, un’aggiunta che sembrava banale ma che si sarebbe rivelata incredibilmente utile. Preparare la bici divenne un rito, un modo per trasformare un semplice mezzo di trasporto in una macchina da esplorazione. Ogni vite stretta e ogni accessorio aggiunto mi avvicinavano un po’ di più al sogno.

Una foto che mostra una bicicletta equipaggiata per un viaggio, con borse da telaio, kit di riparazione e altri accessori.

La macina chilometri nella sua forma finale: un capolavoro di efficienza, nata per divorare strade e alimentare sogni di libertà.

Verso il Cammino: Il Volo per la Spagna

Poi arrivò il momento di decidere come raggiungere il punto di partenza. E qui, la mia avventura prese una piega inaspettata. Con il primo colpo di pedale ancora da dare, scoprii che l’avvio del mio viaggio non sarebbe avvenuto su strada, ma a bordo di un aereo.

Iniziai a cercare voli e, dato il periodo post-Covid, trovai biglietti per la Spagna a soli 9 euro. Sembrava un affare imperdibile, fino a quando scoprii che imbarcare la bici sarebbe costato 40 euro. Dettaglio divertente: l’unica destinazione disponibile era una città di cui non avevo mai sentito parlare prima, Vitoria-Gasteiz. Non ci pensai due volte: acquistai il biglietto per la prima data disponibile, aggiungendo un ritorno opzionale fissato a un mese dopo – un calcolo basato più sui sogni che sulla realtà.

Smontare la bici, però, fu un’avventura a sé. Grazie al ragazzo del negozio, trovai una scatola originale per bici. Nastrai il tutto con cura e infilai l’ingombrante pacco nella mia Fiat. Mio padre mi accompagnò all’aeroporto di Bergamo (BGY), promettendo di riportare l’auto a casa.

Un piccolo assaggio dell’inizio dell’avventura

L’Avventura Comincia al Check-In

Scopri come imballare e trasportare la tua bici seguendo questa guida.

Imbarcare quel colosso fu uno spettacolo: non capita tutti i giorni di trascinare un pacco più grande di te attraverso un terminal affollato. Ogni sguardo curioso che attiravo mi ricordava quanto fosse unica questa esperienza, a metà tra il surreale e l’eccitante. La mia bici, che avevo appena rimontato con tanta pazienza, ora aspettava di essere spedita in un nuovo mondo.

E così, tra scatoloni, voli economici e sogni in divenire, il mio viaggio verso il Cammino di Santiago prese davvero il via.

Si parte!

FAQ: Curiosità sul Cammino

Approfondisci il percorso sul sito ufficiale del Cammino di Santiago.

Perché il Cammino di Santiago in bicicletta e non a piedi? Perché combina la libertà del movimento con la possibilità di esplorare più territorio in meno tempo. E, diciamocelo, arrivare in cima a una collina su due ruote ha un fascino unico.

Qual è stata la parte più difficile della preparazione? Senza dubbio imbarcare la bici in aeroporto. Non capita spesso di trascinare un pacco più grande di te attraverso un terminal, attirando sguardi misti tra curiosità e sgomento.

La cassa musicale è davvero necessaria? Assolutamente sì. Sembra un dettaglio banale, ma potrebbe trasformarti nel centro dell’attenzione lungo il percorso. Come? Lo scoprirai nel prossimo episodio.

Come si trova l’ispirazione per iniziare un viaggio così lungo? Non si trova, ti trova. Una volta che l’idea ti colpisce, diventa impossibile ignorarla. Le grandi avventure non aspettano che tu sia pronto: ti chiamano e basta.

Nel prossimo episodio: Scoprirai le gioie (e le follie) del Cammino di Santiago su due ruote, tra incontri improbabili, salite infernali e lezioni che non dimenticherai mai. Resta connesso per la prossima tappa di questa avventura epica.